Sai cosa differenzia le hard skills dalle soft skills? Ti è capitato di ascoltare o leggere qualcosa a riguardo?
Se vuoi saperne di più continua a leggere il post e scopri perché sono entrambe importanti!
La grande differenza tra soft ed hard skills si può definire in questo modo. Le hard skills sono competenze che servono per svolgere un lavoro specifico e sono basate su conoscenze tecniche mentre le soft skills dipendono dalla cultura, dalla personalità e dalle esperienze vissute dal singolo soggetto, e riguardano il modo in cui questo interagisce, comunica, coopera con il team.
Le hard skills (o competenze verticali) si possono acquisire a scuola, con corsi di perfezionamento o anche durante le esperienze di lavoro.
Si parla di competenze che sono quantificabili nel curriculum e sono più facilmente dimostrabili perché possono essere documentate.
Fanno parte del core business aziendale e possono essere riassunte come segue:
conoscenza di una o più lingue straniere;
uso di programmi e pacchetti informatici;
attestati relativi ai corsi di formazione frequentati;
utilizzo di specifici macchinari e strumenti utili alla produzione.
Cerchiamo ora di capire meglio cosa sono le soft skills. Di solito cercare di tradurre il termine dall’Inglese ci dice di più rispetto ad una parola: “Soft” letteralmente significa “morbido”. Ma in realtà non c’è niente di morbido in queste competenze. Questa volta è la versione italiana che ci spiega molto di più. In Italia, infatti, vengono chiamate competenze trasversali, questo perché riescono a risultare significative in differenti contesti anche molto diversi tra loro, “trasversalmente”, appunto.
Il rischio è che siano confuse con i valori, alcune volte semplicemente con la personalità di una persona, altre con i suoi atteggiamenti e le sue qualità. Sono in realtà ben altro.
Si può dire che le competenze trasversali delle risorse umane sono il vero potere delle imprese di oggi, perché sono alla base della possibilità di lavorare con efficacia a prescindere dalle qualifiche tecniche.
Così come le hard skills, anche le competenze trasversali devono essere tenute in esercizio e vanno affinate con l’esperienza anche grazie all’aiuto di esperti (tutor, coach, mentori) in modi diversi:
Con lo studio: la conoscenza è la prima delle dimensioni utili, prepara alla analisi critica.
Con l’allenamento personale: si fa pratica su se stessi, ci si conosce, si comprendono i propri limiti e le proprie capacità.
Con l’esperienza: si impara osservando e facendo. Si osserva da coloro che sanno già fare, che hanno maturato adeguata esperienza, coloro che ci indurranno a fare e sbagliare e che ci daranno capacità di azione.
Con l’analisi: mettendo insieme tutte le precedenti fasi.
Nello specifico, in “Future of Jobs”, report del World Economic Forum sono elencate le seguenti 10 skills fondamentali nel 2020 e nel futuro del lavoro:
· Il problem solving
· Pensiero critico
· Creatività
· Gestione delle persone
· Coordinarsi con gli altri
· Intelligenza emotiva
· Capacità di giudizio e di prendere decisioni
· Orientamento al servizio
· Negoziazione
· Flessibilità cognitiva.
Non procedo ad analizzare in questo contesto ogni soft skill: sono previsti articoli dedicati ad ognuna di esse.
Per concludere, le soft skills sono le competenze che insistono non sul livello della preparazione o della capacità tecnica delle persone, ma su dimensioni più estese che riguardano in sostanza le relazioni e i tratti della personalità, le modalità di porsi con gli altri e quelle “procedurali” di svolgimento del lavoro. Possiamo dire che se le competenze tecniche (o anche quelle linguistiche, digitali etc.) riguardano la capacità concreta di svolgere alcuni lavori, dunque il “cosa”, le soft skills sono invece competenze che riguardano il “come”, ossia la modalità con cui si conduce la propria occupazione.
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