top of page
Immagine del redattoreaguerra1993

EMPATIA: LA SKILL PER RELAZIONARSI CON GLI ALTRI



COS'E' L'EMPATIA

L'empatia è la capacità di comprendere lo stato d'animo altrui, ovvero di "mettersi nei panni dell'altro".

E’ un termine che deriva dal greco, en-pathos “sentire dentro”, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri come se fossero proprie, calandosi nella realtà altrui per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti, emozioni e “pathos”.

E' un’abilità sociale di fondamentale importanza e rappresenta uno degli strumenti di base di una comunicazione interpersonale efficace e gratificante. Nelle relazioni interpersonali l’empatia è una delle principali porte d’accesso agli stati d’animo e in generale al mondo dell’altro.

In psicologia, l’empatia è una competenza emotiva che, tramite l’osservazione o l’immaginazione di stati affettivi altrui, induce stati condivisi con l’osservatore. Questa condivisione permette infatti una forma diretta di comprensione, definita per l’appunto empatica”.

Nelle relazioni interpersonali l’empatia è una delle principali porte d’accesso agli stati d’animo e in generale al mondo dell’altro. Grazie a essa si può non solo afferrare il senso di ciò che asserisce l’interlocutore, ma si coglie anche il significato più recondito psico-emotivo. Questo ci consente di espandere la valenza del messaggio, cogliendone elementi che spesso vanno al là del contenuto semantico della frase, esplicitandone la metacomunicazione, cioè quella parte veramente significativa del messaggio, espressa dal linguaggio del corpo, che è possibile decodificare proprio grazie all’ascolto empatico.

Nelle scienze umane, l’empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione del prossimo, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale. Fondamentali, in questo contesto, sia gli studi pionieristici di Darwin sulle emozioni e sulla comunicazione mimica delle emozioni, sia gli studi recenti sui neuroni specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti, che confermano che l’empatia non nasce da uno sforzo intellettuale, è bensì parte del corredo genetico della specie.

Nell’uso comune, empatia è l’attitudine a offrire la propria attenzione per un’altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali.

È un tentativo attivo di comprendere la prospettiva degli altri e le loro emozioni: in pratica come percepiscono e come vivono la loro realtà.


QUANDO E COME SI SVILUPPA

Secondo Hoffman l’empatia si manifesta fin dai primi giorni di vita. Questa considerazione riflette la maggiore autonomia e rilevanza attribuita alla dimensione emotiva dell’empatia: nelle primissime manifestazioni empatiche, infatti, è la dimensione affettiva ad avere il ruolo di maggior rilevanza, mentre la dimensione cognitiva è pressoché assente.

Procedendo nello sviluppo, la componente cognitiva acquisirà un’importanza crescente e si compenetrerà sempre di più con quella affettiva, permettendo lo sviluppo di forme più evolute di empatia.

Oltre alla componente cognitiva e a quella affettiva, secondo Hoffman interviene nell’esperienza empatica un terzo fattore: la componente motivazionale. L’esperienza di empatizzare con una persona che sta soffrendo, infatti, rappresenterebbe una motivazione per mettere in atto comportamenti di aiuto. L’effetto motivante dipende dal fatto che condividere l’emozione dell’altro, soccorrendolo, fa provare a chi aiuta uno stato di benessere; viceversa, la scelta di non confortare l’altro porterebbe con sé un senso di colpa.

L’empatia, nella sua forma più matura, si caratterizza quindi come una risposta a un insieme di stimoli comprendenti il comportamento, l’espressività e tutto ciò che si conosce dell’altro. L’acquisizione di questa funzione, dato l’alto livello di complessità dei meccanismi cognitivi implicati, ha un’evoluzione graduale che trova, in buona parte delle persone, pieno compimento intorno ai 13 anni.


COSA NON E' L'EMPATIA

È importante non fare confusione dando questo nome a emozioni diverse.

L’empatia non è:

  • compassione: quest’ultima è una forma di empatia unita al desiderio attivo di aiutare il prossimo;

  • imitazione: essere empatici non significa imitare i sentimenti dell’altra persona e il suo comportamento;

  • pietà: questa è infatti la preoccupazione per lo stato di un’altra persona percepita come inferiore.


A COSA SERVE L'EMPATIA

L’empatia porta con sé un enorme vantaggio sociale.

L’umano è un animale che ha sempre fatto di socialità e cooperazione i suoi punti di forza. Grazie a loro siamo riusciti a stabilirci in cima alla piramide alimentare e a inventare la nostra tecnologia.

Riusciamo a far funzionare comunità enormi e complesse grazie all’uso della parola, della scrittura e del pensiero razionale.

Ma come riusciamo a comunicare quando non abbiamo lo stesso linguaggio? Grazie all'empatia!

Infatti, il poter riconoscere le emozioni degli altri e avere la certezza che gli altri riconoscano le nostre, facilita le nostre interazioni.

Ciò accade sia nel piacere, che nel dolore: quando vediamo qualcuno sbattere la testa contro un muro, “sentiamo” il suo dolore.

Se invece osserviamo delle persone gioire, quella gioia è in grado di riflettersi dentro di noi.


PERCHE' E' IMPORTANTE SVILUPPARE QUESTA SKILL


Come abbiamo intuito aiuta nelle aree sociali: nella gestione delle relazioni, in quelle delle nostre comunità e soprattutto nella consapevolezza di noi stessi.

Sapere come riconoscere le emozioni degli altri, ci dà dei parametri per riconoscere le nostre.

Migliora anche le scelte morali: se abbiamo provato dolore sarà più difficile desiderare di infliggerlo agli altri e se abbiamo provato gioia, sarà più facile gioire della felicità altrui.


COME SI ALLENA L'EMPATIA

Per allenare l’empatia ci sono diverse attività che si possono praticare con costanza.

  • Fai questo semplice gioco: Spesso passiamo il tempo tra la gente incollati allo schermo dello smartphone. Possiamo provare però a fare un gioco: osservare le persone e provare a indovinare il loro stato emotivo. Ci possiamo chiedere: che giornata stanno passando? Cosa stanno provando?

La curiosità verso gli altri è il primo passo per comprendere cos’è l’empatia ed estenderne l’efficacia.

  • Impara ad ascoltare attivamente: Spesso durante le conversazioni abbiamo la risposta pronta prima ancora che l’altro abbia finito la frase. Trattiamo molte conversazioni come battaglie verbali e finiamo per scontrarci davvero. Rallentando un po’ possiamo cambiare il corso di questi scambi. Potremmo ad esempio fare così: Prenderci un momento per considerare ciò che l’altro ha detto e fare delle domande per approfondire il suo punto di vista. Dopodiché tentiamo di comprendere perché quella persona la pensa così. Infine proviamo a identificare le sue emozioni.

Questa pratica è ancora più utile quando non condividiamo l’opinione dell’altro, perché ci permette di espandere e completare la nostra.

  • Apriti agli altri: Ascoltare le esperienze degli altri è vivere nuove prospettive della stessa vita: questo ci permette di avere più informazioni su esperienze comuni e vederle in maniera diversa. Allo stesso tempo, aprirsi ai propri sentimenti e alle esperienze è fondamentale per poterli gestire e riconoscere in maniera equilibrata e costruttiva.

L’uso continuo di queste tre pratiche ci permette di allargare i nostri confini di “giudizio e pregiudizio” limitando l’uso di etichette verso l’altro e facilitandoci la via verso la visione di com’è realmente l’esperienza umana e cioè un’esperienza comune, in cui siamo una specie sola e lavoriamo per la nostra evoluzione e sopravvivenza.

Questi vantaggi e principi funzionano a tutti i livelli, dalle relazioni più intime ai progetti più grandi.



9 visualizzazioni0 commenti

コメント


Post: Blog2_Post
bottom of page