La paura è un sistema importante di difesa nei confronti dei pericoli: non avere paura, infatti, significa essere incoscienti e quindi metterci in situazioni di pericolo. Provare paura significa saper distinguere ciò che può danneggiarci da ciò che non può farlo.
Oggigiorno gli stimoli che ci fanno paura non sono più grandi leoni o invasioni vicine (come lo era per i nostri antenati), quanto piuttosto la perdita di un lavoro, un cambiamento di vita o il sommarsi di problemi quotidiani. Tuttavia i cambiamenti corporei, il pensiero e le reazioni comportamentali rimangono le stesse dei nostri predecessori. La paura ha dunque, come tutte le emozioni, un’utilità per l’uomo, mettendolo in guardia dai pericoli. Essa però diventa un problema quando viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto.
COS'E' LA PAURA
La paura è un'emozione primaria, comune sia al genere umano sia al genere animale. Essa ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza. La paura è normale e utile perché ci protegge dai pericoli e favorisce l’adozione di misure di prevenzione.
E' un'emozione dominata dall'istinto (cioè dall'impulso) che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una suffragata situazione di pericolo; irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile cimento per la propria incolumità, e di solito accompagna ed è accompagnata da un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche difensive.
Principali controffensive alla paura possono essere:
intensificazione delle funzioni fisiche e cognitive teoretiche con relativo innalzamento del livello di accortezza
difficoltà di applicazione intellettiva
fuga
protezione istintiva del proprio corpo
ricerca di aiuto
calo della temperatura corporea
sudorazione
aumento adrenalinico
aumento dell'ansia
I GRADI DELLA PAURA
La paura ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali. La paura, come l'ira, può essere una risposta al dolore o alla sua percezione. Se un individuo impaurito è costretto ad attaccare, l'ira può prendere il sopravvento e la paura svanire. In tal senso alcuni atteggiamenti derivanti dagli stati di paura possono essere considerati pericolosi, quando si tramutano in rabbia.
La paura può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità:
· timore
· ansietà
· paura
· fobia
· panico
· terrore
QUANDO LA PAURA DIVIENE UN OSTACOLO
La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l'espressione di uno stato mentale.
I cambiamenti corporei, cognitivi e comportamentali fanno parte della natura delle emozioni, in particolare della paura, non solo per fare fronte agli stress ma, in ultimo, per garantirci la sopravvivenza. Si tratta, perciò, di esperienze vitali e necessarie. I problemi nascono nel momento in cui non riusciamo a spegnere le nostre reazioni corporee e mentali di fronte a una minaccia che non è più presente né imminente, così che la risposta allo stress, da adattiva, si trasforma in cronica o eccessiva.
In caso di paura eccessiva le sensazioni corporee viste in precedenza iniziano a diventare più fastidiose. La tensione muscolare, fondamentale per la risposta di attacco o fuga, si trasforma in malessere che pervade tutto il corpo: mal di testa, dolori alle spalle e al petto, sintomi gastrointestinali, debolezza delle gambe. Ecco così che il respiro affannoso ci può portare a sensazioni di nausea o di mancanza del respiro; l’attenzione focalizzata al battito cardiaco non fa altro che aumentare la pressione sanguigna e farci avvertire un senso di svenimento, una visione offuscata e fischi alle orecchie.
La persona con una eccessiva risposta di paura a numerose situazioni, inizia a focalizzarsi esclusivamente su ciò che teme, generalmente preoccupandosi che un problema non abbia soluzione o catastrofizzandolo. Si sviluppa, col tempo, un tipo di pensiero negativistico verso se stessi e il mondo circostante, percepito come fonte di minacce sempre possibili. Tale forme di ragionamento negativo formano un circolo vizioso con i cambiamenti corporei. In questo modo lo stress rimane costantemente elevato, portando a un aumento del disagio e delle preoccupazioni, fattore che induce le persone a focalizzarsi sugli eventi negativi e insolubili piuttosto che su quelli positivi.
I cambiamenti comportamentali, se persistenti, non fanno altro che aumentare le difficoltà. In preda all’ ansia e alle preoccupazioni, ad esempio, la maggior parte delle persone aumenta la quantità di sigarette fumate, mangia in maniera non equilibrata e smette di fare esercizio fisico. Tutto ciò incrementa il senso di non sentirsi bene e di essere cronicamente stanchi e meno capaci di fare fronte allo stress.
COME GESTIRE AL MEGLIO LA PAURA
La reazione psicologa a stimoli pericolosi porta a un cambiamento nel modo in cui noi pensiamo: il nuovo pensiero diventa adattivo in quel contesto, in quanto ci prepara a far fronte alla minaccia. Per esempio, quando siamo sotto particolari stress diventiamo più focalizzati sul problema, ci concentriamo più a lungo e incrementiamo le nostre capacità di problem-solving. E da ciò potremmo trarne vantaggio.
E' però fondamentale assicurarsi che la paura non si trasformi in panico. Per evitare ciò, può aiutare prendersi una pausa quando ci si sente sopraffatti dalle proprie emozioni. Fermarsi un attimo per capire ciò che si sta vivendo contribuisce anche a interrompere le “ruminazioni mentali”, quei circoli viziosi di pensieri negativi che spesso alimentano l'ansia.
Questo esercizio non è facile, e lo è ancora meno in tempi di crisi.
Tuttavia, alcuni comportamenti possono essere d'aiuto:
concentrarsi su fatti oggettivi
affidarsi a interlocutori affidabili
evitare storie sensazionalistiche
condividere con qualcuno di cui ci si fida ciò che si sta vivendo
se necessario, chiedere il sostegno di uno specialista.
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