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CREATIVITÀ: TALENTO INNATO O COMPETENZA?

La creatività è spesso associata al talento artistico: pensando a questo concetto vengono in mente i geni dell’arte e della musica. Difficilmente si pensa a un operaio, a un idraulico, a un manager, come a un creativo.

Quanti di noi si definiscono ‘creativi’? C’è titubanza a farlo, perché è complicato definire la creatività ed è pertanto difficile attribuirci una qualità, una competenza che non sappiamo distinguere e perimetrare con precisione.

In realtà, sebbene la creatività possa esprimersi attraverso l’arte, non è legata ad essa in modo univoco.

Cos’è allora la creatività?


La parola “creatività” viene dal latino creare che significa “produrre, generare” qualcosa che prima non c’era. Viene generalmente definita come la capacità umana di essere originali, di creare e produrre contenuti mentali o materiali di qualunque tipo.


A inizio ‘Novecento, Vygotskij definì la creatività come un’attività umana capace di sviluppare un prodotto nuovo, sia questo un oggetto del mondo esterno o una costruzione dell’intelligenza o del sentimento che prende forma dall’intimo dell’uomo per poi manifestarsi.

Secondo Mumaw, invece, la creatività è il ‘problem solving’, con l’aggiunta di alcune caratteristiche chiave: rilevanza e innovazione. La rilevanza è il grado con cui un problema viene effettivamente risolto e deve poter essere verificata. Mentre l’innovazione è proprio quel grado di unicità o originalità che quella soluzione possiede.

La creatività, secondo questa moderna definizione, è intrinsecamente legata non solo alla sfera artistica e all’invenzione (come da tradizione), ma all’innovazione, cioè quella trasformazione innescata dall’introduzione di novità, atta a risolvere problemi e migliorare prodotti, processi, situazioni, ecc..

E’ proprio questo legame tra creatività e innovazione che rende la prima un elemento così importante oggi nel mondo del lavoro: per tutte le aziende oggi è fondamentale innovare continuamente per andare avanti, migliorare se stesse, rimanere competitive e riuscire ad affrontare nuove sfide e problemi complessi che richiedono un grande sforzo dell’organizzazione e della stessa cultura aziendale.


Le fasi del processo creativo


La creatività non si esaurisce in un singolo istante. E’ un processo fluido e non lineare che segue diverse fasi in un arco temporale che è impossibile stabilire. Dipende dalla situazione, dalla persona, dal contesto socio-culturale e da molti altri fattori.

In estrema sintesi possiamo pensare a 4 fasi del processo creativo:


§ Preparazione: la fase di raccolta delle informazioni necessarie per risolvere un problema o per conoscerlo più a fondo. Si analizzano dati, ci si pone domande su come utilizzarli e si inizia a sperimentare.

§ Incubazione: è il momento di profonda riflessione su tutto quello che si é raccolto e sviluppato nella fase precedente.

§ Illuminazione: è la luce che accende la lampadina e ci consegna un ordine imprevisto degli elementi con cui abbiamo lavorato fino a questo momento. E’ l’istante che cambia il corso del processo.

§ Realizzazione: se l’idea regge e supera l’entusiasmo iniziale, allora si va verso la chiusura del processo. Non é scontato, molte idee brillanti si scontrano con difficoltà “pratiche” al momento della realizzazione.


Cosa favorisce e cosa ostacola la creatività

La creatività nasce da un atteggiamento di ricettività per le idee nuove, non da un atteggiamento critico. Per questo un’idea creativa scatta in genere quando siamo rilassati e la nostra attenzione è libera di vagare (sonno, sogno, meditazione, passeggiata) e molto meno frequente nei periodi di concentrazione intenzionale. Ciò è dovuto al fatto che questi stati mentali permettono al processo del pensiero di estendersi più in profondità, aumentando così la probabilità di scoperte mentali improvvise.

Il maggiore ostacolo alla creatività, invece, siamo noi stessi quando ci lasciamo influenzare da fattori sociali, educativi ed organizzativi. Ci creiamo così da noi stessi molti ostacoli che ci privano dell’opportunità di usare la nostra immaginazione. Esistono alcuni blocchi , o “lucchetti” mentali che impediscono il pensiero creativo (“le regole dicono così…”, “sbagliare è sbagliato”, timore di apparire stupidi…).


Creativi si nasce o si diventa?


La cultura di massa in cui siamo immersi e i media degli ultimi 50 anni hanno ricamato parecchio attorno al concetto di creatività. Chi fa qualcosa di nuovo e “bello”, è spesso guardato e raccontato come un eroe che grazie alle sue straordinarie intuizioni cambia il mondo, diventa ricco e ammirato. Non vale solo per gli artisti. Nell’ultimo decennio, ad esempio, è cresciuta l’attenzione rivolta agli imprenditori, soprattutto quelli legati al web e alle nuove tecnologie.

Indubbiamente il talento è importante, ma non basta. Determinazione, abilità tecniche, motivazione, e molte altre qualità che richiedono impegno fanno parte del bagaglio di artisti, innovatori, designer, pubblicitari, ingegneri, ricercatori, atleti ecc.

Contano, soprattutto, due parole che a volte un pò tutti scansiamo: tempo e fatica.


.Sei disposto a fare dei sacrifici per portare avanti il tuo progetto? Molte persone, tra cui tu ed io, abbiamo idee creative, ma quante volte ci siamo tirati su le maniche per realizzarle? Nel bel mezzo di un blocco creativo, siamo stati capaci di cambiare punto di vista e prendere una direzione nuova? Non sto nemmeno a dirti il numero di progetti che non ho mai iniziato o quelli che ho abbandonato.

Ci sono però due buone notizie:

§ il lavoro duro paga (quasi sempre)

§ tutti possiamo diventare più creativi


Forse non apriremo un’azienda che fatturerà milioni di euro, non scriveremo un romanzo che entrerà nella storia, e nemmeno ci troveremo in testa alla top ten delle canzoni più scaricate. Fa lo stesso. Se però ci impegniamo e sviluppiamo maggiore consapevolezza del processo creativo, qualcosa di bello, utile e nuovo possiamo farlo anche noi.

Il punto da cui partire è l’innata capacità che abbiamo di affrontare e modificare le situazioni. Il cosiddetto problem solving è un’abilità che, con gradi diversi, appartiene a ogni persona e può essere sviluppata nel tempo. Il pensiero divergente è la somma di un’attitudine e una competenza, ed entrambe si possono coltivare e migliorare.


Se è vero che certe persone sembrano nate con una fervida immaginazione mentre altri hanno bisogno di maggiore allenamento, ma tutti possiamo essere creativi.

Ecco cosa dice il WEF in merito: Ogni bambino inizia il suo viaggio nella vita con un potenziale incredibile: una mentalità creativa che si avvicina al mondo con curiosità, con domande e con il desiderio di conoscere il mondo e se stessi attraverso il gioco. Tuttavia, questa mentalità è spesso erosa o addirittura cancellata dalle pratiche educative convenzionali quando i bambini entrano a scuola.

Possiamo a questo punto scardinare una credenza diffusa, cioè che la creatività sia un talento, che alcuni hanno e altri no. Dentro di tutti noi c’è creatività, bisogna tirarla fuori. E la concezione di creatività come ‘capacità di problem solving con rilevanza e innovazione’ ci permette di guardare alla creatività nella giusta prospettiva e di inserirla nella categoria delle abilità, delle competenze, che possono essere apprese, migliorate, misurate.


Creatività e educazione


Abbiamo visto come secondo il WEF, il sistema scolastico possa influenzare considerevolmente la mentalità creativa.

Ciò deve essere preso in considerazione dagli operatori che si occupano di educazione di bambini e ragazzi. Infatti, come sostennero Golton e Clero in L’activité créatrice chez l’enfant, se la creatività è una funzione universale, potenzialmente presente in ogni individuo, allora la realizzazione di questa funzione diventa un problema di educazione.

L’apprendimento è per definizione un atto creativo. La persona che apprende destruttura, mastica la materia trasmessa dal professore, dall’esperto o dal software, la digerisce, l’assimila e la ricostruisce secondo le proprie strutture mentali. Dunque un modello didattico per essere efficace dovrebbe ricalcare questo processo di metabolizzazione e le tecniche creative sono particolarmente utili per sviluppare le abilità di imparare ad apprendere.


Contrariamente a quanti comunemente credono che essere creativi significhi abdicare alla logica per lasciarsi andare in balia dell’irrazionale, l’espressione della creatività si avvale di un approccio multi-logico. Oltre alla logica classica, quella deduttiva o aristotelica o (del terzo escluso), la creatività si appoggia su quattro logiche creative o euristiche: la logica associativa, la logica analogica, la logica combinatoria e la logica onirica.

La formazione di personalità creative, lo sviluppo del potenziale creativo degli alunni sono temi centrali per la pedagogia contemporanea. La scuola, oggi, trova la sua missione nel formare i ragazzi alla vita, deve dotarli dei mezzi e degli strumenti che serviranno loro per affrontare il futuro, aiutandoli a sviluppare abilità e competenze per far fronte alle sfide del mondo attuale. Tale missione si persegue anche supportando gli allievi nel processo di scoperta e favorendo lo sviluppo del loro potenziale creativo; la scoperta promuove negli alunni un modo autonomo di pensare, stimolando l’attitudine ad apprendere lungo tutto l’arco della vita.


Creatività nel mondo del lavoro



La risoluzione di problemi complessi, il pensiero critico e la creatività sono le tre skill più importanti da qui ai prossimi anni, su cui punta il dito anche il WEF da qualche anno: il ‘Future of Work Report’ (rapporto del 2016) aveva mostrato come nella classifica delle competenze la creatività fosse passata dal decimo al terzo posto in soli cinque anni; il più recente rapporto 2018 ha confermato la stessa tendenza.

Uno studio IBM che intervista 1.500 CEO ha segnalato che la creatività è l’abilità oggi ritenuta più importante per i leader: in un mondo che diventa sempre più complesso e in continua trasformazione, sarà proprio la creatività a distinguere i migliori manager, quelli che promuovono l’innovazione disruptive, incoraggiano gli altri ad abbandonare approcci obsoleti e ad assumere rischi ponderati. Sono aperti e originali nell’espandere i loro stili di gestione e di comunicazione, in particolare per coinvolgere una nuova generazione di dipendenti, partner e clienti.

Per un altro studio sulla preparazione della forza lavoro condotto dal Conference Board in US,il 97% dei datori di lavoro ha dichiarato che la creatività è di crescente importanza, trainata dalla necessità delle aziende di innovare continuamente.

In un’economia e in un mondo che vira verso la robotica e l’automazione, la creatività appare come l’unico baluardo che rende indispensabile il contributo umano.

“L’economia creativa, come le rivoluzioni industriali e dell’informazione che l’hanno preceduta, ha il potenziale per scatenare la crescita globale rendendo le organizzazioni più efficaci e più innovative.”


Come dovrebbe essere chi aiuta a sviluppare la creatività


Il focus dell’insegnante o il formatore creativo deve centrarsi sullo sviluppo, per lo studente, di un approccio verso la risoluzione di problemi (problem solving), promuovendo e valutando il pensiero creativo e la diversità di opinione. Esistono strategie centrate sullo studente che possono coinvolgere la creazione di concetti e nuove idee, obiettivi e interessi condivisi, confronti, attivi scambi di opinioni in piccoli gruppi. Promuovere l’apprendimento e la ricerca basandosi sulla risoluzione di problemi prevede:

  • Pianificare attività che abbiano un obiettivo comune;

  • Sondare, stimolare il pensiero del discente, investire la sua persona di ruoli e responsabilità;

  • Offrire opportunità di condivisione del compito

L’insegnamento creativo, per essere realmente tale, necessita di una visione “illuminata” dell’educazione fondata sul riconoscimento dell’importanza di sviluppare le particolarità e gli interessi di ogni studente, sollecitando la curiosità e la voglia di imparare ad imparare.

Flessibilità, innovazione e rinnovamento sono abilità che la scuola e la formazione devono promuovere, sollecitare e sostenere così da rendere possibile la creazione di quel pensiero non convenzionale, che sia caratteristico di ogni persona nella sua individualità e unicità, rendendo possibili occasioni costanti di crescita e di apprendimento continuo di fronte a situazioni nuove e difficili. Quando sono gli allievi i protagonisti dell’interazione insegnamento-apprendimento, quando sono loro, e non più l’insegnante, ad assumere un ruolo centrale, diventa altresì possibile promuovere attività didattiche che consentano un approccio creativo.


Come si diventa creativi?


Fortunatamente ci si può allenare ad essere creativi!

Di seguito alcuni semplici consigli che possono aiutare a stimolare la creatività:

1. Scarabocchia o scrivi: Prendi carta e penna e comincia a disegnare, scarabocchiare, scrivere. Fai un disegno a matita, scrivi parole chiave, crea delle associazioni;

2. Impara qualcosa di nuovo: uscire dalla tua confort zone e confrontarti con informazioni o situazioni nuove stimola la creatività;

3. Cambia la tua routine: In un certo senso la routine rilassa, perchè richiede poco sforzo cognitivo e di conseguenza anche le energie spese sono minori. Di contro rende tutto un po’ più monotono, monotematico e prevedibile, bloccando un po’ la nostra mente.

Provate a stravolgerla, a cambiare le vostre abitudini, i vostri piccoli riti, anche per un giorno: la vostra mente si attiva e anche la prospettiva di vedere le cose può cambiare rapidamente.

4. Fai movimento fisico: Mens sana in corpore sano. Anche se si svolge un’attività prettamente mentale / intellettuale, l’esercizio fisico non va trascurato. Aiuta a liberare la mente e vedere le cose da un’altra prospettiva.

5. Medita: La meditazione stimola l’apprendimento e la memoria, ma allo stesso tempo ci mette in contatto con noi stessi e ci rende più consapevoli. Maggiore consapevolezza ci aiuta a utilizzare le risorse interiori al meglio!

Esistono anche dei corsi on line che possono aiutarti a sviluppare ed allenare la tua creatività.


Abbiamo visto insieme cos’è la creatività, perché è importante e come svilupparla.

Se hai altre curiosità fammi sapere: sarò contenta di approfondire ulteriormente il tema!


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