top of page
Immagine del redattoreaguerra1993

CAMBIAMENTO: OPPORTUNITA' DA COGLIERE O MINACCIA DA TEMERE?

Nella vita una cosa è certa: le cose cambiano. Cambiano le situazioni, le persone, il mondo attorno a noi. A volte ciò succede più velocemente altre più lentamente, a volte i cambiamenti sono travolgenti mentre altre sono sottili ma in ogni caso sono inesorabili.

Il cambiamento può essere difficile perché comporta la rottura di schemi abituali. Come detto nell'articolo di settimana scorsa (che puoi leggere cliccando QUI), modificare le abitudini non è cosa facile e per molti comporta disorientamento e fatica.

Come possiamo allora fronteggiare al meglio il cambiamento? Possiamo viverlo come un'opportunità invece che come una minaccia? Scopiamolo insieme!



COS'E' IL CAMBIAMENTO?


Da aspirante linguista (ma con margine di miglioramento) mi interessa molto l'origine e la storia delle parole: penso che aiutino a comprendere la profondità che sta dietro ad ogni lemma.

Ho perciò cercato nel dizionario etimologico il significato della parola cambiamento. Cambiare o cangiare è una parola di origine gallica, che a sua volta deriva dal greco Kambein, ossia curvare, piegare, girare intorno. Si può quindi pensare al cambiamento come un adattamento, un curvare assecondando la strada della vita?

Ho poi cercato la definizione per poterne comprendere meglio il significato: il vocabolario Treccani definisce il cambiamento come l'atto e l'effetto di diventare diverso.

Diverso non significa necessariamente peggio: e questa è una buona notizia.

E' importante ricordare che anche il processo di apprendimento avviene attraverso dei cambiamenti costanti. Il cambiamento può essere visto anche come un'esperienza temporale da cui si esce con diverse percezioni di sé. E' un laboratorio in cui il soggetto può scoprirsi "capace di...".

Per i comportamentisti il cambiamento è associato al rapporto soggetto/ambiente e stimoli/risposte. L’apprendimento è un processo con cui si origina e modifica un’attività, reagendo a una situazione incontrata. Il principio guida in questo processo di cambiamento è la legge del rinforzo: l’organismo ripete i comportamenti che vengono ricompensati. Il soggetto è un agente passivo che viene modificato e trasformato a partire da determinati stimoli ambientali. Secondo i cognitivisti il cambiamento riguarda il soggetto attivo. L’educazione è concepita come educazione della mente, innescamento e attivazione di processi cui il soggetto può rispondere per cambiare. Il cambiamento inteso come trasformazione rappresentativa avviene prima a livello cognitivo, poi emotivo e affettivo.


FATTORI CHE INFLUISCONO SULLA REAZIONE AL CAMBIAMENTO E STILI DI REAZIONE AL CAMBIAMENTO


Come si è detto, cambiare non è semplice (anche se inevitabile) e la maggior parte di noi non sceglie facilmente il cambiamento e, se esso accade, non sa bene come reagire.

Ci sentiamo tranquilli con le nostre abitudini, le nostre amicizie, le nostre vite e qualsiasi deviazione può essere fonte di stress o frustrazione.

Possiamo individuare 4 fattori che influenzano la nostra reazione al cambiamento:

  1. Percezione dell'evento di cambiamento: il modo in cui si percepisce la propria capacità di gestione dell'evento di cambiamento ha un sostanziale impatto sul modo di reagire;

  2. Possibili perdite o guadagni: quando si incontra una situazione di cambiamento, anche inconsciamente, facciamo un rapido sondaggio personale per determinare cosa possiamo guadagnare o cosa possiamo perdere a causa del cambiamento in atto;

  3. Storia dei cambiamenti personali: il nostro modo di reagire al cambiamento oggi è influenzato dal modo di reagire al cambiamento che abbiamo utilizzato in passato;

  4. Livello attuale di cambiamento: se contemporaneamente o consecutivamente accadono cambiamenti è più probabile che una persona si senta sopraffatta piuttosto che se avviene un singolo cambiamento.


Possiamo inoltre constatare che, sebbene ogni persona sia diversa, si possono rilevare tre stili di reazione al cambiamento:

  1. Innovatore: è lo stile di chi abbraccia il cambiamento e lo cerca con entusiasmo;

  2. Tradizionalista: è lo stile di chi preferisce una vita stabile e prevedibile. Può reagire al cambiamento anche in modo attivo;

  3. Adattatore: è lo stile di chi utilizza un approccio di adattamento al cambiamento. Il soggetto adattatore non cerca attivamente il cambiamento né lo respinge quando lo incontra.

Un percorso di autoconsapevolezza sui fattori che influenzano il tuo modo di reagire al cambiamento e sul tuo stile di reazione al cambiamento è un passo importante per poterlo modificare in caso sia per te disfunzionale.


COME MIGLIORARE LA NOSTRA ADATTABILITA' AL CAMBIAMENTO





In una società come la nostra, in cui il cambiamento è velocissimo e continuo, le emozioni che possono sopraffarci sono: confusione, paura, ansia, frustrazione, senso di impotenza.

Queste emozioni rischiano di immobilizzarci: infatti la paura dell'ignoto e la paura di sbagliare possono portarci a azioni di contrasto del cambiamento.

Sappiamo anche che non c'è crescita senza cambiamento e che cambiare è inevitabile.

Perciò la domanda giusta da porci non è "La mia vita cambierà?" ma "come la mia vita cambierà?".

Per diminuire la nostra resistenza al cambiamento possiamo lavorare alla nostra adattabilità ad esso:

  1. Scopri perché il cambiamento ti crea disagio: ancora una volta la consapevolezza ci può essere molto di aiuto. Il comprendere cosa del cambiamento ci crea emozioni, comprendere quali emozioni ci crea, comprendere quali bisogni sorgono in noi è il primo passo per ridurre l'ansia e stendere un piano d'azione per poterlo cogliere al meglio.

  2. Metti in discussione le tue certezze e mettiti in gioco: spesso le nostre reazioni emotive di paura riflettono un’idea che abbiamo solo nella nostra testa. Ci convinciamo che il cambiamento sarà fonte di sventura, ma in realtà non possiamo saperlo a priori. Provare ad andare oltre le nostre convinzioni può essere utile per aprirci al cambiamento.

  3. Assumiti le tue responsabilità: un passo fondamentale per superare la paura del cambiamento è ammettere di avere la propria parte di responsabilità. Riflettere sul nostro approccio e sul proprio comportamento, in questi casi, aiuta a capire cosa possiamo fare per cambiare. Spesso, se non siamo bravi ad abbracciare il cambiamento, ci ritroviamo con pensieri negativi, pessimisti sul nostro futuro nel breve termine. Questo ha un effetto inevitabile non solo sul nostro comportamento, ma anche sulle performance e sul nostro benessere. L’approccio però non deve essere quello di reprimere questo atteggiamento, cosa che potrebbe peggiorare la situazione. È molto meglio essere onesti con se stessi e aprire gli occhi sul nostro modo di comportarci e reagire di fronte al cambiamento. In questo modo, potremo scegliere come agire con maggiore consapevolezza, provando ad aprirci a nuove prospettive.

  4. Trova il lato positivo: dopo aver accettato il fatto di essere in qualche modo ostili al cambiamento (e quasi tutti lo siamo, chi più chi meno), dobbiamo quindi fare un passaggio ulteriore: trovare il lato positivo del nuovo corso degli eventi. Può essere utile porsi delle domande come: quali sono le opportunità nascoste in questo cambiamento? in che modo tali opportunità potranno aiutare me e chi mi sta intorno?


Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento: allora prepariamoci al cambiamento per poterlo accogliere come un'opportunità e non temerlo come una minaccia!


Ti consiglio un corso che sicuramente ti sarà utile per vincere la tua resistenza al cambiamento: Vinci la Resistenza al Cambiamento: L'arte della Trasformazione


Se hai ulteriori curiosità in merito all'argomento fammelo sapere: sarò felice di approfondirlo in altri post!







Commenti


Post: Blog2_Post
bottom of page